Mamma svezzami ma di baci saziami

E che svezzamento sia.

Non avevo nessuna fretta. Ma a giudicare dalla voracità con cui divora le sue pappine insipide la fretta ce l’aveva lui. In quattordici minuti netti pulisce il piatto e a momenti fa pure scarpetta.

Le pappe del Patato stanno avendo effetti evidenti su tutta la famiglia.

Innanzi tutto su di me. Con la diminuzione delle poppate sto finalmente risalendo la china che mi trasformerà da mero distributore di latte alla spina ad una persona a tutti gli effetti. La mostruosa fame che mi assaliva fino ad un mese fa sta lentamente diminuendo. Se prima ingurgitavo le stesse calorie di un orso polare al momento del disgelo, ora ho l’appetito di un’otaria a panza all’aria sulla banchisa. Da orso ad otaria la trasformazione è notevole.

Con lo svezzamento ho definitivamente smesso di invidiare le mamme che usano i pannolini lavabili. Non mi dilungherò in particolari trash per non turbare i miei lettori-non-genitori. Ma l’innocua cacchina da lattante del Patato si è trasformata in un blob fetentissimo che fuoriesce immancabile dalle cinque alle dieci volte al giorno.

L’ottima digestione del Patato coincide con una crescita che manco i pomodori a giugno. Il mio bimbo si è trasformato in un florido e morbidissimo essere che sfiora ormai i dieci chili.

Cucinare-preparare-dare la pappa al Patato e cucinare-preparare-dare i pasti al resto della famiglia mi ha creato non poche difficoltà di gestione, visto che spesso mi ritrovo da sola con i due Bubini. Il frigo si è orrendamente riempito di cibi pronti, dai Teneroni alle Spinacine. Robe che neanche all’università. La pizza da asporto settimanale si è trasformata in un salvacena bi o addirittura trisettimanale. Prima o poi presenterò la crema di riso a tutti per risparmiare tempo.

La Bubi nel frattempo è affetta da un’inappetenza cronica. E vuole sempre essere imboccata. Che dipenda o meno dallo svezzamento del Patato o dagli orrendi cibi pronti ha poca importanza. Continuiamo a rimandare il momento in cui ci imporremo di prepotenza. Ma prima o poi s’avrà da fare.

Da un po’ di tempo ho imparato a non dire mai “mai”. Osservando la mia vicina di casa che rincorreva il figlio inappetente con il cucchiaio mentre lui scappava in bicicletta, dicevo: “Beh, questo mai!”

Ora faccio di peggio.

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Le mamme che invidio (Parte seconda)

Tutte le cose che mamma Giulia continua a non riuscire a fare.

Invidio e ammiro con assoluta sincerità le mamme che usano i pannolini lavabili. Ne guadagna l’ambiente e ne guadagna il culetto dei loro bambini. Io mi son lasciata banalmente scoraggiare dall’idea delle mille lavatrici da fare. Già non riesco a star dietro a quelle normali.

Invidio le mamme che hanno una stanza per i giochi. Da noi i giocattoli della Bubi hanno invaso con sistematicità ogni angolo di casa. E dire che il Patato non sta ancora contribuendo.

Invidio le mamme che fanno splendide acconciature alle loro bambine. Mi accontenterei anche di semplici codini. Quando ci provo, la Bubi fugge inferocita, manco le avessi proposto la cicuta. Come al solito il discorso l’ha chiuso brillantemente il Papais: “I capelli son suoi, li tiene come vuole”. Parole sante.

Invidio le mamme che hanno insegnato ai figli a stare composti a tavola. Da quando abbiamo tolto la barriera al seggiolone Stokke, la Bubi scorrazza come una scimmia da una sedia all’altra, quando non cerca di arrampicarsi sulla tavola. Il più delle volte mangia reggendosi con una gamba sola sul bordo del poggiapiedi.

Invidio le mamme che riescono a mettere a nanna i loro figli contemporaneamente. Le poche volte che ci ho provato, siamo finiti uno sopra l’altro sul lettone. Il Patato agganciato alla tetta e la Bubi accovacciata sulle mie cosce. Alla faccia di Estivill e di “Fate la nanna”.

Invidio le mamme che si fidano del loro istinto. E’ la migliore delle strategie, che nessun libro può insegnare. Io la sto imparando a poco a poco.

Invidio le mamme calme, che non perdono la pazienza, che applicano sempre e comunque il metodo dell’empatia. E’ un periodo un po’ difficile per la mia Bubi, ne parlerò presto in un post. Mi sta davvero mettendo alla prova e la pazienza la perdo, eccome se la perdo.