Non resisto alla tentazione di segnalarvi l’intervista alla neo-mamma Mariastella Gelmini uscita la settimana scorsa su Io Donna (se ve la siete persa, la trovate qui).
La Ministra, tornata al lavoro dopo 10 giorni dal parto, “racconta che interrompe il lavoro solo per allattare Emma”.
Ha seguito le polemiche per le sue dichiarazioni sul fatto di potersi permettere un rientro così rapido, a differenza di altre donne meno fortunate?
La gravidanza è una cosa unica, è proprio come dicono. Uno stato di beatitudine che dà una forza incredibile, che non conoscevo. Ti senti più forte di prima. Anch’io, come la D’Amico, ho più facilità di altre donne a tornare subito a lavorare senza trascurare mia figlia. Ma non vuol dire non essere una buona mamma, dovrebbero farlo tutte.
Però le donne normali che lavorano dopo il parto sono costrette a stare a casa.
Lo giudico un privilegio.
Un privilegio? Non è un diritto?
Una donna normale deve certo dotarsi di una buona dose di ottimismo, per lei è più difficile, lo so; so che è complicato conciliare il lavoro con la maternità, ma penso che siano poche quelle che possono davvero permettersi di stare a casa per mesi. Bisogna accettare di fare sacrifici.
Grazie, signora Ministra. Ora ho capito. E’ l’ottimismo che ci vuole. Non gli asili nido, i permessi retribuiti, i congedi flessibili, le facilitazioni per i part-time. Visto che ce l’ha fatta Lei, solo con il Suo ottimismo, a conciliare figli e lavoro, ce la possiamo fare anche noi, donne normali. Noi sfigate che lottiamo contro gli squilibri ormonali, le ragadi, le notti in bianco, le malattie virali e soprattutto contro i sensi di colpa. Noi che al rientro al lavoro (se rientreremo) non troveremo nemmeno più la scrivania. Se non l’abbiamo già persa appena rimaste incinte.
Per fortuna che ce l’ha ricordato Lei, signora Ministra, che ci vogliono sacrifici. Speriamo che il Suo esempio illumini il Suo Capo, che si decida una buona volta a dare un taglio a quelle fannullone privilegiate che in assenza di nonni disponibili o soldi per nidi e baby sitter stanno a casa a far le mantenute. Alla faccia di quei comunisti di Save The Children, che l’altro ieri hanno denunciato la pericolosa povertà delle madri in Italia (vedi il rapporto qui).
Grazie, Mariastella. Da una mia quasi coetanea non potevo aspettarmi di meglio.
Per commenti molto più seri e completi del mio vi rimando ai seguenti:
Da Panzallaria
Da Genitori Crescono
Da The Italian Mom
Da Mamma Felice
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