Certe notti

Certe notti o sei sveglio o non sarai sveglio mai.

“Tu almeno tra le due e le quattro mentre io facevo giocare il Patato più sveglio che mai in camera della Bubi, tu almeno hai dormito!”

“Beh, tu almeno non ti sei preso i calci della Bubi che è arrivata all’una facendosi spazio nel lettone a suon di gomitate.”

“Li ho sentiti, li ho sentiti. Il Patato almeno l’avevo stancato.”

“Stancato? Ma se mi ci sono volute altre due ore! Non ha funzionato neanche un intero biberon. Tu almeno mentre io provavo ad addormentarlo tra le quattro e le sei hai dormito.”

“Dormito? Ma se la Bubi mi aveva costretto nell’angolo del letto e a momenti cadevo giù”.

“Insomma. Hai dormito anche tu dalle sei alle sei e mezza.”

“Mezz’ora, sì.”

“Come me.”

“Sì. Ti amo”

“Ti amo anch’io”.

Niente rinsalda il legame di coppia come le notti in bianco.

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Dichiarazione d’amore

A te che sei nato Patato.

A te, secondogenito designato, che hai sguazzato nel liquido amniotico praticamente indisturbato. Invece di sussurrarti parole dolci e a farti ascoltare Chopin nel pancione, combattevo con le bronchiti e le dermatiti di tua sorella e ti tormentavo con il dilemma: “Riuscirò a volerti lo stesso bene che voglio alla Bubi?”

A te, che ti sei accontentato fin da subito dei body rosa e di una fila di tutine di seconda mano. Una buona parte tinte di blu notte grazie alla Coloreria Italiana.

A te che ti basta un bacio per scoppiare a ridere, ma cominci a distinguere chi merita il tuo sorriso.

A te che stai conquistando giorno dopo giorno l’amore tua sorella. Se lei ti passa un gioco, glielo riempi di bava. Ma farti ridere è diventato il suo passatempo preferito. E le piace da impazzire vederti “tutto nudo”, con quelle morbide cicce al vento. Con qualsiasi temperatura ovviamente. La Bubi ha già dichiarato: “Chi fa male al Patato lo sconfiggo con la spada”.

A te che smentisci ogni teoria sessista e fai andare in brodo tuo padre e tuo nonno esattamente come fa tua sorella.

A te che hai assaggiato la tua prima mela con smorfie di disgusto.

A te che questa sera ti sei addormentato alle 19.30 senza fare più un fiato.

A te, scricciolo d’uomo, che mi hai preso il cuore.

Buonanotte.