E’ che a me queste cose qui mi fanno incazzare.
Ma di brutto brutto brutto.
Come i concorsi di bellezza per bambine. Come le scarpe con i tacchi per bambine. Come le Barbie in guepiére e tanga.
Sì, vestiamole da escort a quattro anni. Compriamogli le Barbie-battone. Costringiamole a credere che “giocare a fare le donne grandi” voglia dire solo truccarsi, taccazzarsi, scosciarsi.
Vedrete che bella generazione verrà fuori.
E’ per questo che io adoro quando mia figlia si guarda Mulan 1 e Mulan 2 e canta a squarciagola: “La libertà è che vorrei più libertà nella mia vita, tranquillità di scegliere, tutto qua” (se volete guardatevelo qui).
E’ per questo che me la mangerei quando sentenzia: “Che noia le principesse, non hanno mai niente da fare, pensano solo a farsi belle. Non è mica una cosa interessante!”.
E’ per questo che la osservo compiaciuta quando gioca con la sua “banda” di amiche e vanno a caccia di mostri anziché scimmiottare le Winx.
E’ per questo però che ho anche paura.
Paura perché anche la Bubi sarà bombardata.
Perché là fuori non c’è solo Mulan.
E ho un bel dire che io le sto dando gli strumenti per capire e per scegliere.
Chissà se basterà.
Lo spero tanto.
Condivido il fatto di lasciare che le bambine siano bambine e non finte adulte. Non posso vedere bimbe con tacchi, trucchi e smalti (e che fatica spiegare che anche se le sue compagne hanno lo smalto lei no perchè mamma e papà non vogliono!). Ma le bambine SONO PRINCIPESSE, regnano sovrane nei nostri cuori, nel mondo di sogni e desideri che vivono dentro loro, vogliono sposare il loro papà principe! Non esageriamo…né in una né nell’altra direzione: chi ha mai detto che le principesse conducono una vita noiosa e pensano solo a trucchi e belletti? Non è così la storia di cenerentola che ama gli animali, lavora duramente e si innamora del principe senza sapere chi è. Nemmeno Biancaneve se la passava tanto bene e ciò che amava più di tutto era stare a casa con i nanetti a lavorare per loro in attesa del loro ritorno…
Sta a noi passare i messaggi corretti e filtrare tutto ciò entra nelle nostre case prima che venga assorbito da loro. E allora viva i vermi, i mostri, e le battaglie ma viva anche la dolcezza e l’amore, la tenerezza ed il sogno di un principe in cavallo bianco!!
Cenerentola e Biancaneve sono tra i più antichi film Disney ed è normale che riflettano gli stereotipi degli anni Cinquanta.
Se li guardiamo con occhi moderni, scopriamo messaggi che non passeremmo mai alle nostre figlie, a mio parere.
Cenerentola: obiettivamente è un po’ sfigata, non ha mai il coraggio di ribellarsi, di alzare la voce, di gridare in faccia a quelle streghe delle sue sorellastre e della matrigna quello che si meritano. La sua unica possibilità di riscatto è sposare il pricipe. Cosa insegna la favola? Che essere umili e sottomesse alla fine ripaga. Mi dispiace, non ci sto.
Biancaneve: ha paura persino della sua ombra, incarna lo stereotipo della ragazza timida e dolce, fa dei gridolini da oca giuliva tenendo le manine sollevate. La odio.
Non hai citato Aurora, la Bella Addormentata: cosa fa di interessante? canta nel bosco? bella forza. Il protagonista assoluto è il principe Filippo, lei è solo una comparsa.
Credo che esistano principesse più toste, accidenti, protagoniste del loro destino, coraggiose e forti. E’ a quelle che vorrei che mia figlia si ispirasse.
Forse nei cartoni animati più recenti ci sono figure femminili più simili alle donne attuali, che ne pensate?
volevo scrivere anche io che Biancaneve non la sopporto perchè sembra un’oca, giuro! però avevo paura di essere esagerata ((=. Io sono a digiuno di cartoni animati recenti. Ci devo pensare.
Non lo so… anche io chiamo mia figlia principessa, ma anche fiore, stella, tesoro (si sono mielosa)… però quando guardo Cenerentola e Biancaneve col filgio più grande di 4 anni, mi viene sempre un pò di nervoso per il messaggio maschilista. Insomma c’è il re che vuole una moglie per suo figlio SOLO perchè gli faccia dei nipotini e sia una brava moglie. Mulan ha già un messaggio diverso, anche lei diventa una principessa alla fine ed è vero che di certo non si annoia, ma si ribella allo stereotipo della donna nel suo paese. Io interpreto le parole di Arianna anche col significato che non si faccia perdere, o meglio, che le bambine imparino crescendo a riconoscere la loro femminilità, intesa come valorizzazione del loro essere donna ( e non solo sul piano fisico). Lo so mi sto intorcolando coi pensieri., scusate. Ve li ho buttati lì. (=
Condivido. Bisogna cercare un messaggio femminile diverso. Che sia diverso dalle pin-up anni Cinquanta, ma anche diverso dalle donne androgine che devono assomigliare per forza ai maschi per emergere (vedi Mulan, costretta a travestirsi da uomo e a combattere). Donne che siano artefici dei loro destini, senza perdere in dolcezza e amore per il prossimo. Credo che spetti a noi. Il nostro esempio sarà al di sopra di qualsiasi stereotipo passato dalla tivù o dalla pubblicità.
Accidenti Cenerentola e Biancaneve sono le prime due che mi sono venute a mente tra un lavoro e l’altro. Quello che volevo dire è che non bisogna buttare via tutto allo stesso modo in cui non prendiamo tutto per il solo motivo che si chiamano principesse. Sono BAMBINE e forse il concetto di “essere artefici del proprio futuro” è un tantino difficile. Credo che prima di ogni cosa dobbiamo insegnare un modo di essere, di rapportarsi con gli altri. Dobbiamo insegnare loro a gestire le emozioni ed i sentimenti. Credo che nei cartoni Disney questi messaggi ci siano. Mi piace Mulah, mi piace Toy’s mi piacciono Cenerentola e Biancaneve.
Spero che mia figlia non stia ad aspettare il principe, ma che sia generosa e che sappia essere felice anche nei momenti difficili. Non pretendo che non abbia paura di nulla (è umana non aliena) ma trovi negli amici e in chi le sta vicino persone che la aiutino ad affrontare le sue paure. Alla fine sono certa che ognuno desideri il meglio per i propri figli: che quando sarà il momento di andare per la loro strada senza di noi siano delle persone forti intelligenti e mature per farlo senza prendere scorciatoie e verso grandi mete!
Suggerisco la visione di “Little Miss Sunshine”.
Film che definirei semplicemente meraviglioso.
le foto del link vanno dal discutibile all’aberrante al pedo-porno-soft…ma ogni eccesso è causa di mali.
L’aberrazione delle bimbe nelle foto non sta tanto nel trucco e parrucco bensì nelle pose provocanti che già danno fastidio in un’adulta, nel broncetto da modella così poco spontaneo in una bimba..insomma è farne delle “donnine” a beneficio di un pedo-voyeurismo che preoccupa non poco ogni genitore sano. MA la spontaneità di una bambina che si impiastriccia la bocca col rossetto rubato alla mamma e balla goffa davanti allo specchio per fare la ruota con la gonna o che sia capace nel giro di due minuti di mettersi la coroncina da principessa e poi scavare la terra alla ricerca di vermi…beh è quanto di più normale, sano e divertente che ci sia! Intendo che anche l’equazione principessa=mantenuta; smaltino per scimmiottare la mamma=mignottina; giocare con la barbie=scosciarsi, è frutto di una sessualizzazione e razionalizzazione che sta solo in noi adulti…tarpare la fantasia e la fascinazione del “principesco” o del “fatesco” per tema che le figlie diventino delle imbecilli
mantenute e mignotte non rende onore nè all’intelligenza delle bimbe nè a quella delle mamme (sane) che credono che la differenza la farà l’esempio che le figlie troveranno in loro.
Ogni bambino/a ha delle inclinazioni naturali, più “femminili” o più “mascoline” che solo per noi adulti sono tali; loro hanno preferenze personali del tutto legittime e asessuate, che andranno indirizzate ed eventualmente smorzate nei giusti tempi in base alla “piega” che prendono…insomma, secondo me “est modus (e tempus) in rebus”: vivaddio, nonostante io sia stata una bimba maschiaccio, sono in grado di mettere un tacco e truccarmi; così come le bimbe fru-fru che conoscevo e che avevano mamme “sane” sono diventate comunque donne pensanti, lavoratrici e monogame…magari solo un po’ più curate e posate di me!
In conclusione, se posso permettermi di entrare nel tuo modo di vedere per come l’ho compreso in questo post, goditi il fatto che la Bubi corrisponda alle tue aspettative, ma presta attenzione al fatto che non si auto-privi di cose che magari le piacerebbero (giocare con la barbie o guardare un cartone di principesse) ma che teme ti facciano dispiacere (sono sensibilissimi, i bimbi, e capiscono come compiacerci anche se crediamo di mostrarci neutrali per rispettare le loro scelte spontanee)…
…la Bubi è vispa, molto intelligente e ha due genitori da 10 e lode: non potrà mai diventare scema, mignottina o mantenuta nemmeno con tutte le barbie e le principesse del mondo! 🙂
per chi cerca dei bei modelli femminili, io ne ho trovati due…peccato sia troppo presto per proporli! Sono Eva Kant (che però ruba, me ne rendo conto) e il suo contraltare Altea di Vallenberg: donne bellissime e corteggiate ma monogame; sofisticate ma concrete e non vanesie; dedite al proprio uomo ma capaci di porsi in contrasto se ne va dei propri principi; disposte al sacrificio ma sempre coerenti e rispettose di sè; dolci ma decise…insomma, donne “belle” sotto ogni profilo….beati fumetti!
Da piccola avevo una venerazione per Lady Oscar…ma in effetti, leggendo il commento su Mulan, riconosco che il messaggio del travestimento maschile come tramite per l’affermazione di sè non sia poi così positivo.
Resta il fatto che l’adoro…
Sinceramente sono d’accordo con te e condivido la preoccupazione per mia figlia a causa di questi stereotipi di genere. Che dire?mi sono battuta e continuerò a farlo, nel piccolo (tesi di laurea) e nel grande (manifestazioni), sperando di smuovere le acque per cambiare in meglio il mondo. L’ostacolo più grande che trovo da sempre sono i pregiudizi che hanno molte altre donne, mamme come noi. Rispetto l’opinione di tutte, però quello che non capisco è che interesse hanno altre donne nel perpetuare questo modello di stereotipo sessista?
Da tempo sto pensando di parlarne sul mio blog presentando anche il lavoro che ho svolto per la tesi come analisi delle pubblicità e dei questionari consegnati ad una scuola per indagare l’influenza della tv sul comportamento e la scelta dei giocattoli di bambini e bambine. E’ un argomento che mi sta davvero molto a cuore e credo sia importante sia a livello personale per le nostre figlie che come dici tu verranno bombardate, che per l’umanità intera.
Fallo, fallo per favore, me lo leggerei con piacere.
Un giorno la Bubina, che nel frattempo sarà diventata una gran donna con le controtette (giusto per non cadere nel clichè attributo maschile=forza) cercherà comunque, com’è giusto che sia, il suo “principe”.
E sarà allora che tu le mostrerai una delle pietre miliari della cinematografia femminile sulle principesse:
😉
Susibita
mitica!
ChI? io o cinderella =)?
Susibita
no, cinderella è solo culona
sinceramente dubito che si tratti di cinematografia femminile
è maschilista anche il mito della puttana bella e buona, della puttana onesta
come non mi è mai piaciuta boccadirosa
avevo preso l’abitudine di cominciare l’anno scolastico con la presentazione: nome e sogno (cosa sogno di fare da grande)
nessuna bambina disse mai che da grande sognava di fare la puttana
Cinematografia femminile -ovviamente- non tanto nell’attenzione della produzione quanto nel contenuto circoscritto alla battuta.
Però sinceramente io di buonismo verso le prostitute ne ho sempre visto ben poco in giro, non ci vedo una esattamente un “mitologia” dietro e non credo che fosse quello il messaggio di Boccadirosa.
Non vorrei -ASSOLUTAMENTE NON VORREI, GIULIA- che si interpretasse il commento come: “ma questa sta sta suggerendo come modello femminile da trasmettere alle nuove generazioni pretty woman la prostituta?”.
Ecco, specifico che no.
Il pezzo di film in questione l’ho riportato semplicemente per la battuta circoscritta su Cenerentola visto che si faceva riferimento alle eroine delle fiabe classiche. Tutto qui =).
Susibita
Mi scuso se sono stato un po’ brusco qui sopra.
So di essere un intruso e cerco di restare fuori.
Il fatto è che temo che la nostra Italia sia peggiorata in questi ultimi anni col contributo determinante dell’innominabile. Mi ha allarmato l’intervista alla povera De Nicolò: http://tubiamo.net/2011/09/20/terry-de-nicolo-intervista-shock-a-lultimaparola-16092011-video/
Io odio quelli che pagano, sia chiaro. Farei come in Svezia: durissimi con quelli che pagano. La domanda crea l’offerta.
visto video nonnoprof.
reazione tra il pianto e il dar di stomaco…e mooolta preoccupazione per messaggio alle/ai giovani.
oltre alla punizione della domanda (giusto, per carità, ma anche di killer c’è molta richiesta eppure poca offerta. ergo, punire anche quest’ultima se non coartata e confiscare proventi) suggerirei di bandire l’eufemismo de-svilente “escort”: un nome ce l’hanno e da molto tempo. Che le giovani che sono tentate di seguire l’esempio sappiano precisamente la propria definizione (altro che “non vorrei offendere”, sallusti dixit).
p.s. di giorni da…pecora… ne sa molto non solo la miss ma anche sallusti.
p.p.s. giulia scusa la divagazione nel tuo blog familiare…ma proprio mi prudevano le dita. se ritieni cancella pure l’intervento.
ahi
l’intruso sono io, non tu
… eppure credo che l’offerta sia sempre sempre sempre in qualche maniera coartata, che dietro ci sia sempre violenza
… che il forte, che tiene il coltello per il manico, sia sempre quello che sgancia
per carità, in certa misura e conoscendo il “pulpito” (che sto stimare il genere femminile, per cui la prego di non fraintendere quanto segue) relativizzo il contesto e l’intenzione.Però, di fronte ad una tendenza a privare la donna di capacità autonoma di giudizio e autodeterminazione (vedi affermazione del Solito: “ora per fortuna ha trovato un uomo che l’ha sposata quindi non le passo più io i soldi”), temo che ad orecchie poco colte la sua affermazione possa risultare in linea con tale tendenza. Io credo di aver capito che lei parli di costrizione come assenza di strumenti socio-culturali per la messa in atto di scelte consapevoli…ma che la donna “costretta” nella propria ignoranza non abbia strumenti per opporsi a chi detiene il “coltello” del potere economico non rende onore alle generazioni di donne che pur misere e analfabete mai si sono vendute al “paron”.
Ho visto anche io il video. Allibita. D’altronde se , come lo chiama?, l’imperatore è rimasto al governo per così tanti anni, oltre a comprare il mondo, è anche perchè c’è gente con 2 neuroni e neanche connessi che guarda le sue trasmissioni e lo vota, perchè crede che il mondo sia quello presentato dalla sua televisione. Gente che non legge i giornali. Che non legge in generale ma si guarda Amici, Uomini e Donne e non so cos’altro visto che non accendo la TV da 4 anni. Come dice Chiara, la paura è il messaggio che viene dato ai giovani e alle giovani. E qui entriamo in gioco noi, fino a dove possiamo. Coi miei piccoli quando becchiamo la pubblicità su youtube, dico sempre che non mi piace e che gli fa vedere un mondo che non esiste, mi guardano interrogativi, per ora non capiscono, per ora.
Ti prego dimmi che basterà! Ti leggo oggi per la prima volta, ma combatto la tua stessa guerra. Col coltello tra i denti (e tutti i DVD di Trilly, che se non altro fa progetti per sé e non per un principe inespressivo…).
Ciao e benvenuta, scusa se ti rispondo con un ritardo cosmico, ma il periodo è dei più intensi. Diciamo così. Teniamoci in contatto. La guerra in tante si combatte meglio!!